Lago del Berbellino – Valbondione

Il lago del Barbellino è un bacino artificiale situato sopra Valbondione, in alta valle Seriana. È il più grande lago artificiale delle Orobie bergamasche, mentre è secondo se si considera anche la porzione Valtellinese, dietro al lago di Belviso. L’invaso contiene 18,5 milioni di metri cubi d’acqua. Situato a un’altezza di 1.862 m s.l.m., raccoglie le acque provenienti dalla Valle del Trobio, dalla Valle della Cerviera, dallaValle della Malgina, dalla Valle del Lago e dal Lago del Barbellino Naturale / Sorgenti del Serio.

 

 

Il colore verdastro è dovuto alla torbidità delle acque provenienti dalla Valle del Trobio, vallata racchiusa tra il Monte Costone, il Monte Trobio, il Monte Gleno, il Pizzo dei Tre Confini e il Pizzo Recastello, e alla sommità della quale si adagia il Ghiacciaio del Gleno, uno dei pochi ghiacciai ancora in vita nelle Orobie bergamasche, e sicuramente il più importante. Per raggiungerlo si parte da Valbondione e si prosegue lungo la carrabile in direzione del Rifugio Antonio Curò. La passeggiata ha pendenza pressoché regolare fino a giungere al salto delle Cascate del Serio. Qui è possibile prendere il sentiero ripido, che prevede un percorso più breve ma con maggior pendenza, o si può proseguire lungo la carrabile panoramica che si arrampica lungo il lato della vallata piegando in più tornanti e che termina in prossimità del lago lungo un sentiero scavato nella roccia.

 

 

La costruzione della diga è stata progettata a partire dal 1917. L’idea di costruire una diga che raccogliesse le acque della zona prevedeva inizialmente la costruzione di una diga all’altezza del Pian del Campo, ovvero nella parte alta della vallata che dall’abitato di Fiumenero si dirige verso il Pizzo Redorta, ma, nonostante il bacino sopra Fiumenero prevedeva una capienza maggiore, la conformazione delle montagne dove la diga doveva essere costruita era stata giudicata insicura e per questo è stata preferita la costruzione della diga del Barbellino. La costruzione della diga fu terminata nel novembre del 1931. La diga era stata costruita pensando all’ingente richiesta di energia che serviva alla Valle Seriana, dove l’industria (soprattutto tessile) si sviluppava a pieno ritmo.

 

 

Diverse chiuse e canali scavati nelle vallate circostanti fanno comunque confluire le acque di diverse altre vallate all’interno del bacino. La zona è ricca di vallate e montagne interessantissime da visitare, e per questo l’adiacente Rifugio Curò è molto frequentato. Da qui dipartono i sentieri per il Pizzo del Diavolo della Malgina, il Pizzo Recastello e la Valle della Cerviera, il Pizzo dei Tre Confini, il Monte Gleno, il Monte Trobio, il Monte Costone, il Pizzo Strinato, il Monte Torena, le cime di Caronella, il lago del Barbellino Naturale, il Lago della Malgina, il lago Gelt, la Valmorta, il Pizzo Coca ed altri ancora. Il passaggio sulla diga è sbarrato, e per poter passare dall’altro lato bisogna scendere sotto la diga e risalire dall’altro lato.

 

 

COME ARRIVARCI:dalla rubrica Zaino in Spalla pubblicata da Fausto Camerini)

Salendo da Valbondione si incontra per primo il più grande dei due, sostenuto da una gigantesca diga che viene aperta una volta l’anno per permettere alla gente d’ammirare lo spettacolare salto d’acqua delle Cascate del Serio. Il secondo, più piccolo, è il Lago Naturale del Barbellino, a quasi un’ora di cammino dal primo, immerso in un ambiente di selvaggia bellezza con scivoli di neve che vanno a morire nelle sue acque sino a tarda stagione. Si parte dalle case Grumetti di Valbondione; dal paese si continua lungo il fondovalle sino alla fine della strada asfaltata: il parcheggio qui è sempre affollato per cui conviene o arrivarvi la mattina molto presto o lasciare l’auto al parcheggio nei pressi del paese.

 

 

Vicino al parcheggio un bar ed una santella: a destra di quest’ultima parte un sentierino (in questo tratto non segnalato) che piega subito a destra e risale un ripido bosco sino a sbucare sulla stradina sterrata che arriva da Lizzola dove si ritrova il segnavia. La si segue a sinistra per un lungo e monotono mezzacosta che conduce sotto ai roccioni che sostengono il vecchio rifugio Curò. Al primo tornante si stacca a sinistra un impervio sentiero: è una scorciatoia adatta a chi ha buone gambe e piede fermo ed esperto e permette di risparmiare circa mezz’ora di cammino: la scorciatoia sbuca in alto a poca distanza dal rifugio (corda metallica nel tratto più esposto). Chi vuole godersi invece un percorso più tranquillo segue la stradina che ora s’inerpica a tornanti lungo il fianco sudoccidentale del Monte Verme e conduce al rifugio Curò posto proprio all’imbocco del vallone che ospita il Lago del Barbellino.

 

 

 

La stradina ora diventa mulattiera e corre alta sulla destra del grande bacino d’acqua, supera su di un ponticello in ferro il rombante corso d’acqua che scende dalla Val Cerviera e continua sino alla fine del lago lasciando a destra i sentieri che salgono il primo verso il Monte Recastello ed il secondo verso il Monte Gleno. Oltre il lago la mulattiera segue la curvatura della montagna costeggiando lo spumeggiante Torrente Serio ricco di cascatelle, piscine naturali, gorghi d’acque, meandri rocciosi. Attraversato il torrente su un ponticello, si lascia a sinistra il sentiero che porta ai laghi della Malgina e, in breve, si arriva sulla sponda nordoccidentale dell’azzurro Lago Naturale di Barbellino ai piedi delle impervie pareti del Pizzo Strinato e del Pizzo Torena che sfiora quota tremila.

 

 

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COME RAGGIUNGERLO

– Giunti a Valbondione si prosegue fino alla Frazione di Grumetti; si lascia la strada carrabile e si intraprende il sentiero segnalato con segnavia CAI 332 che porta all’antico borgo di Maslana. Si attraversa il ponte della Piccinella, si segue il sentiero a sinistra arrivando all’osservatorio floro-faunistico nei pressi della zona dei grandi macigni. ( 90 MIN)

Da Valbondione si prende la comoda mullattiera segnalata con segnavia CAI 305 che porta al rifugio Curò e ci si ferma nei pressi della zona dei grandi macigni.

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